15.2.13

Totale

La faccio breve, perché alle definizioni ci hanno già pensato in troppi. La tesi è che tutti hanno la loro versione d’amore. Io ce l’ho totale. L’amore totale non è sinonimo di totalizzante, ovvero non è fatto per annullare. Se fosse totalizzante entrerebbe in campo il concetto di assolutismo, di dittatura, di monopolio tra coniugi, insomma, una parte finirebbe col divorarsi l’altra. L’amore totale, invece, è totale proprio perché completa senza mangiucchiare, senza logorii, senza essere bruco nella mela.
Scontato: bisogna essere in due, due cuori veri, funzionanti, non uno che ama al posto del secondo né tanto meno uno infatuato dell’altro che non conosce il nome del primo. Le infatuazioni sono molto più che una perdita di tempo: è come se ti bucassero il serbatoio dove conservi il bene da dare al prossimo - materiale infiammabile che fa tossire se fatto fuoruscire con disattenzione. Poi quando il prossimo arriva davvero, il tuo serbatoio è vuoto, e allora il bene come glielo dai? Non so ancora se abbiano inventato dei benzinai di bene, delle pile, dei tabacchi che vendono ricariche d’amore gratis. Quindi no, le infatuazioni, i fanatismi, le venerazioni, gli invasamenti, da una certa età, sono vietati. Ammesse unicamente certe forme di stalkeraggio.

Il mio amore totale non può essere condiviso, forse nemmeno teorizzato. Alcuni non lo capiranno mai. La faccio breve e vi dico cos'è. Il mio amore totale è camminare al parco con uguale velocità di pensiero, saltando i fossi e costruendo capanne per le formiche. Il mio amore totale è diventare una persona sola appoggiando la testa sullo stesso cuscino. È riconoscere il suo calore ad occhi chiusi, anche se dista qualche centimetro di corpo dal mio. È conoscere ogni sua espressione facciale, i tic con le sopracciglia, la bocca socchiusa e le tempistiche dell'unto dei suoi capelli. È non riuscire ad immaginarsi e a definirsi senza nominarlo. È amare a distanza di mille miglia. È un vaffanculo. È bustine di t(h)e, è straccetti da mettersi addosso, pentole rovinate, pastasciutte troppo salate. È trovare gli errori di punteggiatura, le ripetizioni, le pronunce all’inglese. È sentirsi dire che ho scritto di meglio. È parlare di sex toys e perversioni di fantasia. È anche solo portargli il cornetto ai mirtilli del bar sotto casa. Se mi tolgono il mio amore totale, quindi tutto questo, è come se mi tagliassero via braccia, gambe, un pezzetto di fegato e buona parte del cervello. Non riuscirei più - in ordine - ad abbracciarlo, a rincorrere con lui i suoi desideri fulminei, a difenderlo dai nemici e a ragionare prima di giudicare.

Non sto dicendo tu sia la mia metà, ma circa un numero approssimato forse periodico tra l'un terzo e i due terzi.

Penso di avere conosciuto l'amore totale a ventidue anni. Non ho più paura di dirlo, soprattutto da quando il per sempre ha smesso di togliermi l'aria e di entrarmi nel sonno come incubo. Ora lo vivo bene, per intenderci. Lo vivo così bene che spero davvero arrivi veloce, per poi poter girarci insieme a contare gli anni e a dimenticarci di cosa ci fosse stato prima. Quando il tempo che ci unirà sarà il doppio di quello che ci divide allora potremmo davvero dire di aver raggiunto la soglia conoscitiva del sentimento. Dentro nel per sempre dalla testa ai piedi.
 
P.S.
Sì, lo so, ho scritto di meglio.