31.10.13

La signora dei coriandoli

Vorrei che ti rimpicciolissi come un coriandolo azzurro, anzi no, un po’ azzurro e un po’ giallo, di quelli che vengono sputati fuori difettosi dalla grande bocca della signora dei coriandoli. A me fa un po’ paura la signora dei coriandoli.
Vorrei che ti rimpicciolissi come un coriandolo a due colori, cosicché, mentre sarò in festa, ti scoprirò sospeso sulla punta del mio dito. Dovrò soffiare forte per farti volare via, ma io non soffierò se non dopo averti passato sulle labbra come un gloss: le ritroverò bagnate di rugiada dolce al mio risveglio. Ti metterò su una guancia, così sarai il mio neo. Ti appoggerò sulle mie ciglia, così sarai il mio brillantino. E forse anch'io brillerò. Ti poserò sul mio ombelico, così potrai farmi il solletico per tutto il tempo che vorrai. Proverò persino a infilarti nel naso, perché tra gli innamorati si fa così, ci si respira. Ti sistemerò dentro al mio occhio per avere un orzaiolo con un nome o per lacrimare gocce magiche quando ti penserò. Ti scioglierò in un bicchiere d'acqua e zucchero: ti manderò giù per farti fare il giro del mondo, mostrarti il cuore più grande dell’universo, lo stomaco più contorto della galassia, i polmoni farciti di polvere di stelle. Ti vorrei rimpicciolito come un coriandolo perché così potrei spedirti all'avventura, in esplorazione, dal mio orecchio, su, su, fino alle rotelle dentellate. Su, su, dove c’è bisogno di far ordine. Dove ci sarà sempre e solo bisogno di te, del tuo carnevale. Ora ti mando un bacio, un po’ azzurro e un po’ giallo. Poi ti sputo fuori dalla mia grande coriandolosa bocca. Difettoso.